lunedì, aprile 09, 2007

Bassano - Pro Vercelli

Terz'ultima trasferta di quest'anno mezzo bello e mezzo brutto.
Ci troviamo (quasi tutti) per le nove e mezza davanti al Twenty, punto abituale per le nostre partenze, pronti per affrontare l'ultimo viaggio in terra veneta, l'ultima trasferta lunga della stagione. Aspettiamo i ritardatari e dopo qualche battuta siamo pronti ad affrontare tanti chilometri che ci portano lontani da casa ma vicinissimi alla nostra maglia.
La partita si annuncia calda già in partenza, sia a causa di un Bassano in corsa per l'obiettivo prestigioso che per colpa di una Pro che stentiamo a riconoscere di domenica in domenica. Ma visto che per noi conta il viaggio e non il risultato, la strada scorre tranquilla con la speranza che alla fine della giornata si possa tornare a casa con qualche bella sorpresa.
In pullman non si fa altro che ridere e questo dimostra ancora una volta che il marcio mondo del calcio non siamo certo noi e, come tante altre volte, ne daremo una bella dimostrazione anche nei momenti cosiddetti caldi.
Arriviamo a Bassano con una buona mezz'ora di anticipo (che sarebbe potuta diventare di ritardo perchè, vicini allo stadio, siamo fortemente tentati di svoltare verso lo stabilimento della Nardini) e una solerte pattuglia ci traghetta verso il settore ospiti. Immediatamente il nostro umore cambia a causa del biglietto (15 euro) al quale stentiamo a credere. Sarà che a Bassano c'è benessere, ma a noi la cosa non va molto giù. Si fa sempre molta fatica a digerire una cosa del genere, soprattutto se viene impedito di acquistare il biglietto ridotto (previsto dai 14 ai 20 anni, come da cartello affisso alla biglietteria) a ragazzi che 21 anni non li hanno ancora. Ci mettiamo un po' di buonsenso e con questo il problema viene risolto.
Il primo tempo viene seguito nel consueto silenzio per l'altrettanto consueta protesta, ma seguito con attenzione da parte di tutti. E' una buona Pro, che non lascia spazi ai giallorossi e più volte sfiora il vantaggio (e prende anche un palo). Naturalmente, la fortuna vuole che al primo ed unico affondo i veneti passino in vantaggio, per poi tornare a rosicchiare la carotina fino al fischio finale del primo tempo.
Durante l'intervallo iniziamo a cantare contro il calcio moderno e l'ultimo decreto repressivo, dopo aver appeso le nostre sciarpe a simboleggiare che il nostro gruppo esiste e resiste, e soprattutto non si abbassa ai compromessi della nuova legge. Cantiamo bene indipendentemente dal risultato sfavorevole, spinti anche da una prestazione buona della squadra che, dopo aver pareggiato con Ganz, si vede letteralmente scippare un pareggio che starebbe persino stretto a causa di un rigore inesistente, concesso da un altro arbitro sotto la soglia della decenza. Dopo quello che è successo venerdì scorso col Legnano ci troviamo ad ingoiare di nuovo amaro e a tornare a casa con la schiena che pesa. Usciti dallo stadio, del decreto antiviolenza che fin'ora ha vegliato su di noi sotto forma di attentissime telecamere pare non esserci più traccia: mentre usciamo dal settore il servizio d'ordine fa pascolare davanti a noi i tranquilli tifosi giallorossi. E' questa forse sicurezza? Crediamo proprio di no, ma finchè non succede va tutto bene.
Sul tifo ospite c'è poco da dire, i Boys Bassano '05 sono una manciata di ragazzini che faticano a fare qualche coro, mentre i Fedelissimi sono un piccolissimo gruppo (armato però di buona volontà) che cerca di animare uno stadio più simile ad un cinema. Anche questo è calcio moderno.
Il ritorno è comunque pittoresco, come ogni volta: dopo aver tentato la proiezione di un filmatino particolare (interrotto dopo pochi minuti perchè di pessimo livello), ci mettiamo il cuore in pace e fino a casa ci facciamo ancora qualche risata.
Ora la situazione è perlomeno imbarazzante, la squadra è traballante e, anche se noi ce ne torniamo a casa sapendo di aver vinto la nostra partita, ci aspettiamo di vivere qualche gioia, per evitare che la stagione brutta termini in peggio.