mercoledì, marzo 14, 2007

Derby...

L'ennesima partita che potrebbe portare alla svolta si trasforma nell'ennesima delusione. delusione che brucia il doppio se pensiamo che la nuova batosta casalinga ci viene inflitta dai (tra loro) cugini biellesi. E' una sconfitta che fa un male incredibile, sia per il campionato ma soprattutto perchè perdere in casa un derby è la cosa peggiore che possa capitare ad ogni tifoso della Pro. Due palle bucate e un po' di sfortuna alla fine della partita condannano i ragazzi in bianco a cedere e al termine dell'incontro cominciano a sentirsi veri e propri fischi; non certo quelli assordanti di annate passate, bensì quelli di una tifoseria che capisce il momento difficile e sostiene la squadra ma non potrà mai accettare una sconfitta nel derby.
La Curva Ovest passa il primo tempo dietro lo striscione "Ecco il vostro calcio", inscenando una protesta contro la nuova ondata di repressione che sta attraversando il mondo degli stadi italiani: d'accordo con i direttivi delle curve intervenuti al raduno di Casale (Novara, Casale, Legnano, Pergo, Sanremo, Sesto e Alessandria) per il primo tempo la partita è stata seguita nel silenzio più totale. Sarà così per la prima frazione di ogni partita fino alla fine del campionato. Gli stessi gruppi si sono impegnati ad esercitare,a ssieme ad una ragionata autocritica ed assunzione di responsabilità, un controllo severo sulle proprie tifoserie, in modo da evitare qualsiasi atteggiamento violento al fine di non fornire facili alibi a chi da anni ci ritiene dei criminali.
Gli Ultras Biella sono presenti con il loro striscione, a cui è affiancato quello in ricordo di Francesca, in circa quaranta e cantano molto poco anche mentre noi siamo in silenzio. Solo sul finire della partita, a risultato ormai acquisito, si mettono a cantare in modo abbastanza vivace, ma mai vigoroso.
Il nostro tifo, invece, è costante nonostante il risultato sfavorevole. Ancora una volta è stata data la dimostrazione che la curva non molla mai, in vantaggio di due gol o sotto di quattro. Essere ultras è soprattutto questo, e ci piacerebbe che la gente riuscisse a comprendere tutti quegli aspetti positivi che spesso nessuno nota o vuole notare. Esponiamo anche alcuni striscioni goliardici e per tutto il secondo tempo teniamo in mano lo striscione del gruppo, per lasciare in esposizione quello "Ecco il nostro calcio", a dimostrare che il calcio è tifo e passione e non repressione e demagogia.
Al termine dell'incontro, mentre i giocatori tornano negli spogliatoi, Andreini cerca il dialogo sia coi tifosi del rettilineo, sia con noi in curva, dando dimostrazione di essere un giocatore di grinta e di cuore, che in ogni situazione ci mette la faccia. Per il resto, la contestazione si sposta fuori dagli spogliatoi.

Ora si fa dura, la classifica è sempre più magra e la pazienza sempre minore. Fuori le palle, a testa alta verso la vittoria.